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salutatemi la lauraaaa
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cosa ti ha portato a questo risultato ?
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ora vi spiego
Era il dì lunedì
cantò il gal chicchirichì.
E' così che fu svegliato
Sir Pandolfo il gran soldato.
Con l'elemetto e l'armatura
cominciò la sua avventura,
con la spada messa al fianco
salì sul cavallo bianco. I
ntraprese il suo cammino
fino al regno lì vicino
dove, tutti avean detto,
c'era un mostro maledetto
e la domenica mattina
si mangiava una bambina,
come pan con marmellata.
... Solo una ne è restata.
La più piccola lei è
delle tre figlie del Re. "
Ah che gran maledizione"
piange la popolazione; "
così triste è la sorte"
è quel che si dice a corte.
Il Re intanto, disperato,
un editto ha emanato:
SARA' DATA OGNI RICCHEZZA
A CHI COMPIE LA PRODEZZA
A COLUI CHE CON MAESTRIA
SALVERA' LA BIMBA MIA
Arrivati a venerdì
il gran drago è ancora lì,
urla forte e col suo fiato
tanti prodi ha già bruciato.
Ride, ride e con la zampa
schiaccia chi incauto avanza.
Con la coda fa volare
chi lo prova ad assaltare.
Ma torniamo a Padolfo
ed al forte odor di zolfo
che dal piede suo sale
quando leva lo stivale.
Nelle notti del cammino
ogni erba lì vicino
per la puzza appassiva
mentre lui, seren, dormiva
e poichè per tutto il viaggio
veder acqua fu miraggio,
il piedone di Pandolfo
ancor più darà di zolfo.
Di domenica, al mattino,
arrivò al suo destino.
Superato il ponte in legno
il soldato entrò nel regno
Cavalcando il suo destriero
calpestò il suol straniero
e quel che a lui si presentò
di spiegarvi tenterò.
C'eran tante bancarelle
con le loro merci belle
e la gente, mamma mia!!
che veloce andava via;
verso casa, nelle stalle,
al ripar delle cavalle.
Anche il cane e la gallina
si nascosero in cantina
mentre il porco Grugnostorto
fece finta d'esser morto.
Corse il prè dalla badessa
al finire della messa
e anche gli uomini più forti
si nascoser nelle corti
mentre il gallo Zampalesta
sotto il fieno zitto resta.
In men che non si dica,
nelle vie non ci fu vita,
nelle case fu paura
scoccò l'or della tortura.
Cielo e terra, tremò tutto,
al venir del drago brutto.
Canticchiava uno stornello
sulla strada del castello:
E’ domenica mattina
a colazione una bambina
uno due, un due tre
questa volta tocca a te.
Questa volta dopo messa
mangerò la principessa
delle tre la più piccina
ed il re va in rovina
questo non importa a me
uno due, un due tre.
apri presto quel portone
che ti mangio in un boccone
proprio a te oggi tocca
dolce bocca d'albicocca
uno due, un due tre
questa volta tocca a te!
Visto questo Sir Pandolfo,
con la sua puzza di zolfo,
alla tana andò del mostro
per attenderlo nascosto
e tirargli un bel tranello
al ritorno dal paesello.
Ahimè questi tornando
la presenza andò fiutando
di Pandolfo intraprendente
con il piede puzzolente
e, nascosta la bambina
nella grotta lì vicina
scoprirà il soldato
in un cespuglio riparato.
Grande fu la sicurezza,
decisione ed esattezza
di Pandolfo nel lanciare
al bestione un alveare.
Salti, pianti e grande urlare
e Pandolfo andò a scalciare
così forte da far volare
e di schiena atterrare.
Per effetto del rimbalzo
lui, Pandolfo, restò scalzo
ed un piede, guardacaso,
finì proprio sotto il naso
del dragone dolorante
steso al fianco agonizzante.
Al sostegno puzzolente
non ci volle proprio niente
a stecchire il monumento
nel passare di un momento
col suo acre, forte odore
senza fare alcun rumore.
Il vento, poi, la puzza prese
per portarla giù al paese
attirando l'attenzione
della gran popolazione.
Fu così che la gente,
per scoprir l'odor fetente,
salì fino alla collina
ritrovando la bambina,
il dragone avvelenato
e Sir Pandolfo addormentato.
Ci fu festa per sei giorni
con ciambelle e suon di corni.
Sir Pandolfo fu osannato
e dal Re poi premiato.
Grandi dame e cavalieri
tintinnarono i bicchieri
e non per scelta e non per caso
ben tappato avean il naso,
così chiuso in sofferenza
fino al dì della partenza
quando, con starnuti vari,
fecer festa anche le nari
che con Pandolfo acclamato
anche il puzzo se ne è andato.
STRETTA LA FOGLIA LARGA LA VIA
DITE LA VOSTRA CHE HO DETTO LA MIA
e sempre bello rilegerla
ho prodezze mio signore, ma non sono il creatore
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